Appunti sul vedere
Quante volte mi sono chiesto perché fotografare una cosa anziché un’altra. Probabilmente la stessa cosa si sarà chiesto Atget ogni qualvolta posizionava il suo pesante apparecchio fotografico – 18 x 24 a soffietto – durante le passeggiate per la sua città, Parigi. Per una serie di circostanze e motivazioni quando decidiamo di intraprendere un viaggio “scegliamo” una meta, un luogo geografico ben definito a cui, come direbbe Gianni Celati, riserviamo una certa simpatia. Questi luoghi sono stati scelti con tale approccio: apparenze registrate con l’ausilio della macchina fotografica, immagini mutevoli al trascorrere del tempo, rappresentano in qualche modo un itinerario di città-metropoli. Un omaggio a ciò che la fotografia è sempre stata, guardando alle origini: un mezzo di riproduzione, un gesto tecnico costretto ai lunghi tempi di posa dove la fotocamera svolge il suo compito quasi in maniera indipendente. Rituale che, a mio avviso, nella fotografia odierna si sta perdendo.
Torino, serie aperta